Il momento storico che stiamo vivendo non è certamente il più florido dal punto di vista dell’economia e dell’occupazione, i numeri che ci accompagnano non sono affatto rassicuranti e le iniziative intraprese dalla politica e dagli uomini di potere dell’economia, sembra non sortiscano i risultati sperati.
Le previsioni a breve e medio termine non ci rassicurano, sembra che la crisi economica e sociale, presente e ancora assai forte nel nostro paese, debba continuare a farla da padrone.
L’occupazione è in calo, il costo del lavoro è ancora molto alto e svolte, decisioni drastiche per avviare un’inversione di tendenza non se ne vedono; se ne ascoltano tante, ma di concreto non c’è ancora nulla.
Tuttavia, pur considerando e rispettando la situazione sopra esposta, ci sono settori che mostrano crescita costante e, proprio in questi momenti, risultano essere molto interessanti, sia dal punto di vista imprenditoriale sia da quello del mercato, del pubblico.
Ci riferiamo alle attività compro oro e banco metalli, un comparto letteralmente esploso in questi ultimi anni e che fino alla fine degli anni ’90 praticamente non esisteva.
L’attività consiste nell’apertura al pubblico di negozi dove le persone, i potenziali clienti, possono presentarsi per vendere i propri gioielli usati, evidentemente non più interessanti per loro oppure rotti o per qualsiasi altro motivo e immediatamente vedersi monetizzare in contanti il controvalore.
Questa pratica può essere anche positivamente determinante per una persona o per una famiglia perché se si trovasse in difficoltà sotto il profilo economico, in questa maniera potrebbe risolvere certamente e rapidamente il problema; le operazioni da svolgere sono abbastanza semplici e rapide: il personale specializzato all’interno del punto vendita procederebbe alla valutazione e alla pesatura degli oggetti usati da vendere, liquidando all’istante il cliente che in questo caso sarebbe il venditore; lo si può fare in contanti fino a 999 euro di controvalore, altrimenti mediante assegno circolare o bonifico bancario/postale, il tutto per legge.
In un’attività del genere non si va solo per vendere il proprio oro e i preziosi usati, ma ci si reca anche per procedere con ottimi investimenti, acquistare oro è una pratica vecchia come il mondo, l’oro è da sempre il bene rifugio per eccellenza.
Addirittura, in alcuni negozi, quelli cioè che hanno la possibilità, la concessione governativa da parte delle autorità competenti di fondere il prezioso minerale, si entra per vendere l’oro non più utilizzato, magari dimenticato in fondo ad un cassetto e si esce con i lingotti nuovi, appena coniati con tanto di marchio, qualità certificata, valore, ecc.
Dal punto di vista del mercato e dell’interesse del pubblico, probabilmente in questo momento storico, un’attività di compravendita di preziosi risulta essere l’unico settore che potrebbe far fronte alla crisi e magari rappresentare la soluzione ideale alla carenza e difficoltà nel trovare lavoro.
Infatti, anche dal punto di vista del commerciante imprenditore i vantaggi nell’aprire il punto vendita sono notevoli; intanto è possibile e fortemente consigliato il rivolgersi ad un gruppo già affermato sul mercato, sfruttando anche la formula commerciale del franchising che consente di sfruttare un marchio già conosciuto e l’esperienza, la formazione, la conoscenza del mercato da qualcuno che lo analizza da anni ed è disposto, proprio per contratto, ad aiutare e seguire passo passo il nuovo commerciante.
Il rischio imprenditoriale tutto considerato è abbastanza contenuto in quanto, tra i vari accordi presi con la casa madre, è presente anche il ritiro dell’invenduto, che viene restituito e pagato immediatamente.
Non è così frequente, in altri settori, la possibilità di avere un servizio del genere.
Le conoscenze commerciali e professionali da acquisire non sono poi così tante e complicate, in poco tempo si impara e, soprattutto all’inizio dell’avventura, l’azienda in capo supporta e interviene alla bisogna risolvendo i problemi che si possono presentare al nuovo imprenditore.
L’arredo del negozio, la disposizione, la posizione corretta dell’attività sono tutti elementi importanti, talvolta determinanti per il suo successo, ed è per questo che anche in questi casi interviene la dirigenza aziendale, sempre per aiutare il nuovo punto vendita a raggiungere risultati positivi e sperati.
Intendiamoci, l’attività in franchising è e rimane un’attività imprenditoriale autonoma, con tutti i vantaggi che ne derivano, non ultimo quello di lavorare in proprio e non alle dipendenze di altri.
L’importante in questo settore sta nell’applicare scrupolosamente le normative vigenti in materia di antiriciclaggio ed eseguire le procedure in modo regolare e, anche sotto questo punto di vista, il far parte di un grande e affermato gruppo, riconosciuto come altamente professionale e serio, sarebbe di grande aiuto e un’ulteriore garanzia di successi commerciali nel tempo.
Rimane certamente chiaro che non è un obbligo dover far parte di un gruppo e aprire una nuova attività attraverso la formula del franchising, è possibile e, in tutti i casi, sempre positivo aprire il negozio in modalità completamente autonoma e gestirlo a proprio piacimento; non cambierebbe poi molto dal punto di vista lavorativo, bisognerebbe solo formarsi in modo autonomo, analizzare il mercato e preparare modelli di sviluppo del proprio business in totale libertà, magari facendoci aiutare da qualche buon professionista che potrebbe essere un commercialista capace ecc; il rischio d’impresa, sempre comunque calcolato, aumenterebbe un pochino, ma il comparto è ancora in fase di crescita e l’interesse nei confronti di questi tipi di negozi ancora molto alto, quindi lavorare con profitto sarebbe una certezza.