La diffusione rapida e capillare di tanti negozi compro oro ha rappresentato, in qualche modo, l’ancora di salvataggio per coloro che, al fine di far fronte alle pesanti ripercussioni di una gravissima crisi economica che non accenna a diminuire, hanno avuto negli ultimi tempi la possibilità di monetizzare vendendo i propri preziosi.
D’altro canto, è proprio dalla crisi che sono nate nuove opportunità di business, fra le quali, appunto, quelle legate ai negozi compro oro.
Già qualche anno fa, imprenditori titolari di una gioielleria, o di una oreficeria, avevano iniziato la compravendita dell’oro usato, in quanto sin da subito era chiaro che si trattava di una reale opportunità di guadagno.
Oggi, invece, questa fetta di mercato è essenzialmente appannaggio di negozi specializzati, molto spesso organizzati in franchising.
Esistono delle specifiche motivazioni che spiegano sia la diffusione ed il successo dei negozi compro oro, sia la scelta specifica della formula del franchising.
Appare infatti abbastanza evidente come aprire un compro oro sia veramente conveniente.
L’esigenza di trasformare in denaro i beni preziosi, come già detto, rappresenta per molti la strada per tamponare momenti di scarsa liquidità, purtroppo frequenti in questo particolare momento storico di crisi economica: ciò equivale a dire innanzitutto che, in questo momento, il mercato di approvvigionamento per un compro oro è quasi infinito o, comunque, molto consistente.
Il fatto va letto, naturalmente, sul piano puramente economico, senza coinvolgere cioè i negozi compro oro in un dibattito di tipo etico: purtroppo la crisi c’è ed una conseguenza di essa è il fatto si è aperto un mercato per questo tipo di esercizi commerciali.
A ben vedere, anzi, proprio i negozi compro oro hanno svolto una funzione, in questi ultimi anni, che può essere definita di ammortizzatore sociale, offrendo a molti un modo per affrontare situazioni difficili: al contrario, per questi stessi soggetti in difficoltà ben poco hanno fatto, spesso, le istituzioni statali e quelle finanziarie.
Avere un mercato di approvvigionamento praticamente inesauribile mette perciò i negozi compro oro nelle condizioni di avere sempre “prodotti sul banco”.
È chiaro che per essi, casomai, non deve mai presentarsi il problema inverso: l’invenduto.
È proprio qui che la formula del franchising mette al riparo, i propri affiliati dalle criticità che possono derivare da un eccesso di oro che possa rimanere in magazzino, influendo negativamente sui margini di guadagno del punto vendita.
Tuttavia, è bene far notare come il rischio d’invenduto, anche nei negozi non in franchising, è in genere comunque basso, in quanto la maggior parte di queste attività imprenditoriali stipula accordi con le società autorizzate alla raccolta dell’oro.
Queste ultime sono rappresentate da operatori professionali dell’oro autorizzati dalla Banca d’Italia, i quali acquistano continuamente ingenti quantità d’oro e, proprio come qualsiasi privato, pagano in contanti.
Quindi, per un compro oro, avere fra i propri clienti, oltre ai privati, anche queste società (e tenendo conto che, per le attività in franchising, l’invenduto viene ritirato dalla stessa società di riferimento del gruppo) significa che i rischi d’impresa sono sempre notevolmente bassi.
A tutto ciò va aggiunto che l’apertura di un negozio compro oro risulta di per sé redditizia. In base alle quotazioni dell’oro, ogni esercizio stabilisce il proprio margine (o spread), con il quale deve coprire tutti i costi e, naturalmente, realizzare un utile.
Possono realizzarsi differenze di prezzo dell’oro anche consistenti da negozio a negozio: nonostante questo ogni esercizio ha il suo guadagno, anche perché quello dell’oro è un mercato ancora fiorente.
Gli oggetti preziosi restano difatti un articolo da regalo classico, ed inoltre questi esercizi affiancano ormai al compro oro altri servizi come ad esempio la permuta, la valutazione e, soprattutto, la rivalutazione dei preziosi.
Infine, bisogna tener presente che aprire un negozio compro oro risulta essere abbastanza semplice dal punto di vista burocratico ed anche non eccessivamente dispendioso da quello economico.
I costi di allestimento sono bassi, dato che l’arredamento di base richiesto è davvero essenziale, né occorre un locale necessariamente grande.
Fra gli strumenti di lavoro servono un kit per la valutazione degli oggetti, un bilancino e poco altro.
Una preparazione specifica nel campo poi, pur gradita, non è indispensabile e, comunque, può soccorrere al caso il know-how dell’eventuale franchisor.