Il fenomeno dei compro oro è in continua ascesa: ne aprono sempre nuovi e le persone sembrano apprezzare particolarmente l’opportunità di vendita dell’oro usato, se è vero che nell’ultimo anno quasi il 30% degli italiani si è rivolto a questo tipo di esercizi, contro l’8% del precedente.
Negli ultimi giorni i professionisti dell’usato prezioso sono sotto i riflettori per un altro motivo: il boom dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, a partire dall’Operazione Eldorado, scattata addirittura nel 2012 e continuata tutta l’estate 2013, che ha messo sotto la lente di ingrandimento i registri contabili e l’attività di migliaia di esercenti in tutto il Paese.
Ma perché questa stretta dei controlli?
L’attività di compravendita dell’oro usato da sempre è soggetta a pesanti controlli da parte delle autorità, a causa dell’alto rischio di frode ed evasione connessi con la tipologia del mercato considerato.
I compro oro e i banco metalli sono oggi disciplinati dalla legge n°7/2000, che impone specifici vincoli sociali, di capitale e di onorabilità dei soci e dirigenti e sottoposti in quanto soggetti a rischio anche alle stringenti norme stabilite dalla normativa antiriciclaggio.
Non diversamente da quanto accade ad esempio per gli istituti bancari, ad esempio, anche per i compro oro è necessario adempiere agli obblighi di adeguata verifica della clientela e sottostare al controllo della Banca D’Italia.
Dato l’incremento del numero degli esercenti è tuttavia del tutto plausibile immaginare che non tutti agiscano secondo le regole. In particolare l’attenzione delle autorità si concentra sulle piccole realtà imprenditoriali che approfittando dell’effetto di traino del settore cercano di inserirsi in questo proficuo business.
Mentre i grandi gruppi infatti sono, giocoforza, più trasparenti a causa anche dell’esposizione mediatica, oltre che della solidità delle società che li reggono, non così può sempre dirsi per i piccoli imprenditori, che a volte cercano di raggirare le norme vigenti al fine di massimizzare il proprio guadagno.
Il settore è quindi in fibrillazione, specie in terre fertili per questi commerci, come la Repubblica di San Marino, dove almeno dalla fine di agosto il tema della regolamentazione del mercato dell’oro usato è all’ordine del giorno.
A chiedere norme più stringenti a garanzia della concorrenza e della correttezza delle operazioni, sono non solo i cittadini e i loro rappresentanti politici, ma anche le organizzazioni di categoria e i singoli esercenti, che devono combattere con pratiche commerciali avversarie non sempre a norma di legge.
La risposta del governo non si è fatta attendere e insieme al pacchetto sull’antiriciclaggio, è stato reso noto l’avvio dei lavori per una Nuova Disciplina del mercato dei metalli preziosi, alla quale stanno già lavorando la Segreteria all’Industria e la Banca Centrale.
Cosa cambierà in concreto, specie per i cittadini che si rivolgono ai compro oro è difficile dire. Certo le istanze di una maggiore stretta dei controlli e delle regole non cadranno nel vuoto.
Le interpellanze di questi ultimi mesi e le relative risposte hanno infatti evidenziato come nell’ambiente non esista obbligo di licenza per l’esercizio della professione, né effettivamente sussista un’imposizione a tracciare l’oro acquistato al fine di testimoniare il riutilizzo secondo legge di rottami o monili da destinare rispettivamente a fusione o rivendita, né uno standard minimo da assicurare con riguardo al prezzo dell’oro usato.
Sebbene le grandi società di compro oro e banco metalli si mantengano infatti su livelli più o meno simili, di poco discostandosi dalla quotazione dell’oro se non a favore della clientela, così spesso non avviene per i piccoli esercenti, che cercano di lucrare il più possibile.
Si dovrebbe anche intervenire in merito ai c.d. Bancoromat, veri e propri bancomat che permettono la vendita dell’oro usato appena fuori dal confine della Repubblica anche in piena notte, funzionando quale cassa continua 24 ore su 24.
Essi hanno destato molte proteste specie da parte delle associazioni a tutela dei consumatori, posto che permettono di cedere oro e preziosi sottraendosi ad ogni pur minimo controllo circa la provenienza degli stessi e l’identità del cedente.
La nuova disciplina dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi dato che dopo la pausa estiva i lavori della Segreteria sono ripresi a pieno ritmo e questo provvedimento risulta tra i primi in discussione.
Ad oggi non resta che aspettare con pazienza, nella convinzione che una stretta della regolamentazione sarà utile non solo alla concorrenza, ma anche a garantire trasparenza in favore della clientela.