Nonostante una crisi durissima e un mercato sempre in continua evoluzione, la gioielleria italiana con i gioielli da investimento, riesce ad imporsi a livello internazionale, grazie allo stile e alla cura nei dettagli, delle proprie creazioni.
Il mercato interno, invece, è caratterizzato da una situazione di stallo: il settore tiene, ma non decolla.
Eppure, le 500 aziende impegnate nella filiera orafa, non si lamentano: il fatturato cresce grazie all’ export che gode di ottima salute.
Le richieste arrivano copiose, sopratutto dai paesi asiatici, Cina e India in testa, ma anche con Turchia, Stati Uniti e paesi anglosassoni i rapporti commerciali vanno a gonfie vele.
Il meritato successo dei nostri maestri orafi è dovuto senz’altro all’ estro e alla genialità personale, ma anche all’uso di materie prime selezionatissime che vengono impiegate sia nella produzione su larga scala, che nella realizzazione di pezzi unici, realizzati ad hoc.
Pietre preziose e gioielli sono stati, da sempre, apprezzati e desiderati dal gentil sesso.
Ma non solo…
Infatti, grazie a diversi ritrovamenti archeologici e documenti cartacei, si è compreso che nell’antichità, erano sopratutto gli uomini che si circondavano di oggetti d’oro, ed adornavano il proprio corpo con pietre preziose.
E’ il caso del giovane faraone Tutankhamon, vissuto in Egitto intorno al 1300 a.C. la cui tomba ha riportato alla luce stupendi monili lavorati con gemme di incomparabile bellezza.
La stessa cosa si può dire anche di Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero, che aveva quasi un senso di venerazione per i gioielli, confermato dal ritrovamento di un famoso ciondolo con due zaffiri e un pezzo di legno (probabilmente appartenuto alla croce di Gesù) dal quale non si staccava mai.
E che dire degli imperatori romani come Traiano o Adriano che, prima della successione al trono, si tramandavano un anello con diamanti, simbolo del potere?
Da queste ricostruzioni emerge che, per molti secoli, gioielli d’oro e pietre preziose sono stati esclusivamente ad appannaggio dei sovrani e delle classi più agiate.
Basti pensare che ai tempi di Luigi IX, in Francia fu addirittura emanato un editto con il quale si vietava, ai comuni cittadini, di fare sfoggio di pietre preziose, oro, argento e perle.
Solo più tardi, nel XIV° secolo, una donna, amante del re Carlo VII° fu la prima persona, non nobile, ad indossare un brillante.
D’allora in poi l’arte orafa si diffuse con grande rapidità anche tra i ceti meno ricchi, diventando sempre più accessibile a tutti.
Perfino artisti del calibro di Donatello, Brunelleschi e Botticelli, da giovani, prima di diventare famosi, impararono le tecniche dell’arte orafa.
Nel XVI° secolo gli uomini iniziarono a fare uso di orologi da taschino e di anelli, tempestati di gemme.
Alla fine dell’Ottocento e fino alla prima guerra mondiale, in Europa, si diffuse l’Art Nouveau che dava risalto alle pietre piuttosto che alla montatura del gioiello.
Seguirono l’Art Decò che prediligeva forme astratte e geometriche, e lo “stile bianco” caratterizzato da creazioni in platino, oro bianco e diamanti.
Successivamente, un’alternanza di linee classiche e moderne ha ispirato gli stilisti orafi, nel tentativo di interpretare i gusti mutevoli di una clientela, sempre più esigente ed eterogenea.
Oggi, chi decide di acquistare un gioiello, non può prescindere da alcune considerazioni di base come il valore e l’autenticità.
Il valore è determinato dalla limpidezza, dal colore e dalla lavorazione.
L’autenticità e la qualità delle pietre preziose devono essere certificate, ma per evitare di imbattersi nelle tante imitazioni realizzate con materiali sintetici, è opportuno farsi consigliare dal banco metalli di fiducia o da un gemmologo.
Pietre preziose e diamanti vengono utilizzati o per investimento o per la gioielleria.
Le gemme da investimento possiedono le seguenti proprietà primarie:
- 1) caratura elevata
- 2) intensità cromatica
- 3) brillantezza
Nel caso dei diamanti, si considera anche la purezza e la lucentezza che, al massimo livello, è detta “adamantina”.
Dall’insieme di queste qualità dipende la quotazione.
Un diamante di ottima fattura ha comunque un valore destinato ad aumentare nel tempo, ragion per cui è uno dei migliori investimenti che si possa fare.
Ad esempio, un brillante River E di 0,50 punti di carato che oggi vale intorno ai 10.500 euro, tra qualche anno, potrebbe essere stimato anche 14.000-15.000 euro.
Ecco perché chi vuole stupire facendo un regalo mozzafiato, può donare un diamante in blister, racchiuso in un’elegante confezione e corredato da certificato di autenticità e garanzia..
L’ emozione e l’effetto sono… anch’essi assicurati!