Fin da quando l’uomo ha scoperto la fusione dei metalli, oltre che per oggetti di uso comune ha usato alcuni metalli per la realizzazione di oggetti decorativi.
I metalli usati per queste opere erano e sono quelli cosiddetti preziosi: oro, argento e platino.
Tali metalli sono detti preziosi per vari motivi.
Innanzitutto per la loro rarità ed il conseguente costo elevato.
In secondo luogo per le loro caratteristiche fisiche: oro e platino, ed in misura minore l’argento, sono metalli molto duttili, malleabili e resistono molto bene all’ossidazione, mantenendo la loro lucentezza inalterata anche dopo molto tempo.
Infine ricordiamo come questi metalli conservino nel tempo un alto valore monetario, il che li rende ottimi beni rifugio, oltreché spesso un proficuo investimento.
Proprio per via delle loro caratteristiche di malleabilità questi metalli non possono essere utilizzati in oreficeria allo stato puro.
Vengono perciò usati legati, o in lega, con altri metalli al fine di aumentarne soprattutto la durezza finale.
Andiamo perciò a vedere quali sono le leghe maggiormente utilizzate in oreficeria e la loro composizione.
L’oro è sicuramente il metallo più utilizzato in campo orafo, e nel tempo è quello per cui sono state sperimentate il maggior numero di leghe.
La base di ogni lega è comunque il metallo puro, e la sua quantità nel composto è sempre alta.
Per la realizzazione di gioielli viene solitamente usata una lega di oro a diciotto carati, ossia composta per tre quarti di metallo puro, o detto ancora in un altro modo 750 millesimi.
Le leghe d’oro vengono definite in base al loro colore, che viene dato dai metalli presenti.
Avremo perciò l’oro giallo, composto al 75% di oro puro, dal 12/17% di argento e dal 18/13% di rame; l’oro bianco, composto dal 75% di oro puro e dal restante 25% di argento, nichel o palladio; l’oro rosa, composto sempre dal 75% di oro puro, dal 5% di argento e dal 20% di rame.
Variando queste percentuali si ottengono anche altre leghe, meno utilizzate, come l’oro verde o l’oro rosso.
Per conoscere il titolo di un gioiello, ossia la quantità di metallo puro presente, dobbiamo guardare il suo punzone, una incisione recante il numero di millesimi di metallo puro del gioiello, e obbligatoria per legge.
Il punzone ha la forma di un rettangolo con gli angoli smussati oppure di un ovale.
Anche il platino è usato in gioielleria, anche se più raramente a causa del suo costo elevato, superiore a quello dell’oro.
Pensare che in origine il platino veniva considerato uno scarto nell’estrazione dell’argento.
Le leghe di platino utilizzate sono quella di platino e palladio, quest’ultimo in percentuale variabile dal 20 al 30%, e la lega di platino e palladio, quest’ultimo in percentuale dal 5 al 10%.
Quest’ultima lega è estremamente costosa, ma ha la peculiarità di essere una delle leghe più stabili e inattaccabili da qualunque agente esterno.
Anche sugli oggetti di platino è obbligatoria per legge la punzonatura con il titolo di metallo puro.
I punzoni per il platino hanno una forma che può ricordare una casa stilizzata.
In ultimo parliamo dell’argento, il meno prezioso dei tre.
Oltre che in oreficeria l’argento viene da sempre usato anche per realizzare oggetti di dimensione maggiore, come posateria oppure vasellame.
Rispetto agli altri due metalli è meno resistente all’ossidazione, anche se questa avviene solo superficialmente, ed ha perciò la tendenza a scurirsi, motivo per cui gli oggetti in argento devono essere lucidati frequentemente per mantenerne la lucentezza.
L’argento viene utilizzato solitamente in una lega contenente 925 millesimi di metallo puro sul totale.
Questo titolo garantisce solo la presenza minima di argento, ma non definisce gli altri metalli usati che possono essere vari.
Di solito la parte maggiore del rimanente è composta da rame e, talvolta, da piccole quantità di zinco.
La lega esatta spesso è un segreto gelosamente custodito da ogni singolo argentiere.
I punzoni degli oggetti in argento costituiscono addirittura un campo di studio, tanto sono numerosi.
Diciamo solo che recano sicuramente un punzone di forma tonda o ovale con il numero del titolo. In aggiunta si trovano spesso punzoni diversi per ogni paese, alcuni identificano l’argentiere altri possono essere commemorativi di eventi.