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Diamanti e Fisco sai come funziona?

Diamond Show - Rapaport polished diamonds 520

I diamanti presentano vantaggi fiscali non indifferenti ed è anche per questo motivo che negli ultimi anni il numero di coloro che vedono nella pietra più preziosa in assoluto una interessante forma di investimento è cresciuto in maniera costante.

Il mercato dei diamanti, che fino a poco tempo fa era riservato a una nicchia, oggi si sta allargando a macchia d’olio perché ha dimostrato di essere in grado di offrire rendimenti più interessanti rispetto ad altri beni.

Oltre ad essere un eccellente bene rifugio al riparo dalle incertezze finanziarie e con un valore in costante ascesa nel corso degli anni, il diamante è una soluzione intelligente anche in termini di fiscalità.

Il principe delle gemme è, infatti, esente da qualsiasi forma di imposta o di tassa anche se, all’atto dell’acquisto, è ovviamente soggetto all’Iva. Analizziamo gli aspetti fiscali dell’investimento in diamanti.

 

L’Iva sui diamanti

Oltre al rendimento garantito nel tempo, a rendere vantaggioso l’investimento in diamanti è il fatto che queste pietre preziose, una volta acquistate, non sono sottoposte a nessun tipo di tassa.

L’unica imposta a cui sono soggette è l’Iva, che si paga al momento dell’acquisto, a meno che non siano depositate in cassette di sicurezza presso una zona franca (Anversa, Le Havre, Genova, Rotterdam), nel qual caso sono esenti da Iva.

In Italia l’imposta sul valore aggiunto è fissata al 22%, ma in altri Paesi vi sono aliquote più basse: in Giappone, ad esempio, i diamanti si acquistano con un’Iva al 5%, in Svizzera all’8% e in Lussemburgo al 17%. Negli Emirati Arabi, dove la passione per i preziosi è molto forte, l’Iva per il commercio di diamanti all’ingrosso è stata addirittura rimossa per dare una spinta alle vendite che negli ultimi tempi sono crollate.

Per quanto riguarda i dazi doganali, se l’acquisto delle pietre è effettuato all’interno dell’Unione Europea, non viene applicata nessuna tassa per lo sdoganamento.

 

La non tassabilità dei diamanti

Il diamante è un bene al portatore e, una volta acquistato, può essere trasferito e rivenduto ovunque, a patto che sia accompagnato da un certificato di garanzia. Non va incontro ad alcuna forma di tassazione né sul valore (bollo) né sulle plusvalenze determinate dall’eventuale differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di ricollocamento (capital gain).

I diamanti sono beni che garantiscono l’anonimato in quanto non devono essere rendicontati al Fisco e non è richiesta alcuna registrazione. Uno degli aspetti che induce molti risparmiatori a scegliere di investire nelle gemme è che sono facilmente trasportabili e trasferibili senza formalismi e senza lasciare tracce al Fisco.

Stiamo infatti parlando di pietre molto piccole nelle quali è concentrato un enorme valore attribuibile sia alle loro proprietà intrinseche che alla difficoltà di reperimento.

Inoltre sono liquidabili in tutto il mondo perché la richiesta di diamanti è molto elevata e la crescente domanda da parte dei Paesi emergenti fa presagire un futuro ancora più roseo.

 

I diamanti e le imposte di successione

I diamanti sono la soluzione ideale per gestire al meglio lasciti ed eredità. Le pietre più preziose presenti in commercio sono infatti esenti dalle tasse di successione.

In altre parole, i diamanti lasciati in eredità godono di un trattamento fiscale più favorevole rispetto ad altri beni e sono quindi un’ottima alternativa per limitare l’impatto fiscale nelle pratiche di successione.

A carico dell’investitore non vi sono né costi di ingresso né costi di gestione; solo al momento del disinvestimento è prevista un commissione di intermediazione, ma in genere un diamante si rivaluta dopo 6-7 anni.

L’unico svantaggio è che, essendo beni di ridotte dimensioni, oltre che estremamente fragili, sono soggetti facilmente a perdita e danneggiamento.

Tuttavia è possibile tutelarsi stipulando una polizza assicurativa che copra furti, perdite, danni e scomparsa.

 

Perché investire in diamanti

Investire in diamanti è una scelta sulla quale è impossibile sbagliare. Purtroppo, dopo la truffa ad opera di due società sospette e di alcune banche, che gonfiavano il valore dei preziosi ai danni dei risparmiatori (attraverso anche false quotazioni sui giornali), serpeggiano un po’ di timori nei confronti di questa forma di investimento.

Tuttavia, i diamanti rimangono un ottimo prodotto su cui investire dedicando piccole percentuali di un portafoglio finanziario ampio in modo da diversificare gli investimenti.

Le operazioni sul principe delle gemme effettuate dalle banche si sono sovrapposte da qualche anno al canale tradizionale, ma spesso non sono accompagnate dalla medesima professionalità e non sono convenienti a causa delle alte commissioni.

Il mercato degli operatori al dettaglio è invece costellato da rivenditori seri e professionali che vendono pietre certificate a prezzi più convenienti rispetto agli istituti di credito, entrati prepotentemente nel settore dopo aver fiutato la crescita del business. Anche internet può essere un canale sicuro attraverso il quale acquistare ottime pietre evitando le commissioni.

In conclusione, investire in diamanti, comprando e rivendendo per incassare una plusvalenza, significa ottenere un rendimento garantito mettendo al riparo una parte dei propri risparmi dai crolli del valore e godendo anche di vantaggi di natura fiscale come l’esenzione dal bollo, dalle tasse sulle plusvalenze e sulle successioni.